Tour della Villa Farnesina per piccoli gruppi

Costruita all'inizio del XVI secolo, è una delle più nobili e armoniose creazioni del Rinascimento italiano. Si tratta di un capolavoro in cui progettazione architettonica e decorazione pittorica si fondono in un meraviglioso connubio. Il sobrio profilo spaziale e volumetrico della Villa, progettato dall'architetto Baldassarre Peruzzi, è l'ambiente perfetto per i suoi pregiati arredamenti interni, che vantano affreschi di grandi maestri come Raffaello, Sebastiano del Piombo, Giovanni Antonio Bazzi, noto come Sodoma, e dello stesso Peruzzi.

Prima di trasferirsi alla Farnesina, Agostino Chigi visse in una casa di Via dei Banchi con la sua giovane moglie Margherita Chigi-Saracini, che morì senza figli nel 1508. Poi cominciò una storia d'amore con la cortigiana Imperia, famosa per la sua bellezza e la sua cultura, dalla cui unione nacque una figlia, Lucrezia. Ma anche prima della morte di Imperia nel 1511, Agostino Chigi corteggiava Margherita Gonzaga, la figlia naturale di Francesco Gonzaga, Marchese di Mantova; tuttavia, egli non fu in grado di convolare a nozze con la nobile Margherita, pur avendo promesso di rinunciare a tutti i suoi interessi commerciali pur di placare i pregiudizi della corte di Mantova. Nel 1511, durante un viaggio a Venezia per recuperare un debito, incontrò una giovane ragazza di umili origini, Francesca Ordeaschi e visse con lei come marito informale fino al 1519. In quell'anno, per la festa di Sant'Agostino, sicuramente spinto dai suoi principi morali, decise di regolarizzare la sua posizione sposando Francesca Ordeaschi e redigendo il suo testamento.

Il banchetto di nozze fu un evento memorabile, ma non meno sontuose erano le numerose feste organizzate da Agostino, soprattutto negli ultimi anni della sua vita, alle quali invitava nella sua nuova casa i personaggi più importanti dell'epoca: poeti, principi, cardinali e persino il papa. Ad esempio, le cronache del tempo indicano che nel 1518, in occasione del battesimo del primogenito, diversi vassoi d'oro e d'argento usati per il banchetto furono gettati nel Tevere in segno di munificenza. Dopo l'acquisizione del Cardinale Alessandro Farnese il Giovane, e dopo la morte di suo nipote Odoardo che la ereditò, la Villa fu abbandonata e veniva usata occasionalmente per ospitare importanti personalità in visita a Roma, come il Cardinale Richelieu, il Cardinale Federico di Assia-Darmstadt, la regina Cristina di Svezia e vari rappresentanti di Luigi XIV. Nel 1735, la Villa fu lasciata in eredità da Elisabetta Farnese a Carlo IV, Re delle Due Sicilie, e divenne la residenza di diversi ambasciatori napoletani finché Francesco II di Napoli, dopo essersi ritirato a Roma dopo la sua abdicazione, concesse un contratto di affitto di 99 anni della Farnesina all'ambasciatore spagnolo di Napoli, Salvador Bermúdez de Castro, duca di Ripalta. Infine la Villa fu acquistata nel 1927 dallo Stato, che la usava per ospitare l'Accademia Italiana e nel 1944 la diede all'Accademia Nazionale dei Lincei, situata nel vicino Palazzo Corsini.